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Progettazione grafica editoriale [Archivio 1996/2015]

Radio ARTE

2016
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Radio Arte Chigiana-Inner Room

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Nel giorno dell’inaugurazione del Chigiana International Festival il suono si sposa con le arti figurative in una nuova ricerca dello spazio. In questa ricerca, nasce il Chigiana radioarte Sound in Space, una sezione speciale del Festival dedicata a Radio e Sound Art, a cura di inner room Siena e in collaborazione con quest’ultima e il Complesso Museale di Santa Maria della Scala.
La durata è dall’8 luglio al 31 agosto.
Partner del Progetto sono Fusi&Fusi, Vernice Progetti Culturali, Le Stazioni Contemporary Art Carlo Cinque e Bassilichi. Il supporto tecnico è stato inoltre assicurato da MPS Tenimenti e Conad Tirreno.

La sezione si articola in tre parti, compartecipativa, partecipativa ed espositiva, che agiscono autonomamente pur mantenendo lo stesso percorso concettuale, eludendo ogni centralità per ridefinire lo spazio attraverso il suono diffuso.

CHIGIANA radioarte.
Web radio “compartecipativa“ interamente dedicata alla disciplina della radioarte che diffonde opere di radio e sound artisti via web con il format di un radiofestival. La radio è fruibile attraverso il sito player www.radioarte.it ed è accessibile anche dal sito dell’Accademia Chigiana www.chigiana.it. La web radio presenta un ampio palinsesto in cui si inserisce una retrospettiva del radio artista italiano Stefano Giannotti, che sarà presente all’incontro SMS Live del 27 luglio, ore 19, al Santa Maria della Scala. I principali partner per la programmazione sono le radio: Wave Farm, Resonance, SWR2, Radiophrenia, Helicotrema festival, tra i principali produttori di opere di Sound Art nel contesto internazionale.

CHIGIANA radioarte POINT.
Punti di ascolto “partecipativi” della radio web sparsi in vari punti della città.
1. Santa Maria della Scala, Piazza Duomo, 1
2. Pinacoteca Nazionale di Siena, Via S. Pietro, 29
3. Palazzo Pubblico, Piazza del Campo
4. Università degli Studi di Siena, Banchi di Sotto, 55
5. Università per Stranieri di Siena, Piazza Rosselli, 27/28

SOUND IN SPACE. Mostra sound e video art -“espositiva”- nel percorso museale del Complesso Santa Maria della Scala.
La mostra si basa sul suono come elemento costitutivo dell’opera che determina l’immagine e il dialogo nella riformulazione audiovisiva dello spazio. Il suono contemporaneo che si articola nell’interno dell’antico ospedale museo per trovare nuove aperture ed aprire a soluzioni inedite.
Propone una prossimità acustica ed anche una distanza, creando un flusso orizzontale come in un edificio post de-costruttivista nel quale le opere non si incontrano a parete ma grazie al suono si anticipano nel volume spaziale. Tra un’opera e l’altra resta lo spazio del tempo, quello cioè del museo, che se vogliamo diventa la distanza da un’opera all’annunciarsi dell’altra.
Le opere site specific sono degli artisti: Alvin Curran, MASBEDO, Daniele Puppi, Antonio Trimani.

Alvin Curran (Providence, USA, 1938)
Proprio nella grotta dello strato geologico di Siena, Curran ambienta in una sorta di sala di concerto la Tuba Sonora per coltivare un suono nuovo che germoglia nello spazio. Quest’opera si pone in continuità interiore con la performance concerto che Curran ha eseguito nel 2015 in Piazza del Campo dove ha suonato con 4 bande musicali.

Masbedo (1999)
La loro installazione propone una vera e propria cesura spazio-temporale affrontando lo spazio in una bilocazione che unisce in luogo di scindere. Il dialogo è con la musealità del Santa Maria della Scala a partire dal suono come elemento distaccato dall’immagine, come elemento narrativo autonomo. Una critica alla musica intesa come fenomeno sociale generatore di falsi miti.

Daniele Puppi (Pordenone 1970)
L’artista ci guida ad una profonda riflessione sul corpo mettendolo da parte rispetto ad una certa banalità per mostrarcelo come mezzo di contatto con noi stessi. Contatto dal quale scaturiscono nuove possibilità di interazione con l’ambiente in un ritmo proprio ed una sonorità unica ed irripetibile come è di ogni corpo vivente.

Antonio Trimani (Cosenza 1970)
Una “ferita video-sonora” nelle pareti dell’antico ospedale, che ci rimanda al concetto nuovo di ferita abitata al suo interno dal processo della metabolizzazione del dolore e della sua sublimazione. L’artista ci invita a non nascondere le proprie ferite sia personali che sociali, ma ad avere fiducia che possano essere sanate dalla verità.


“La Chigiana apre per la prima volta le porte alla Sound Art – dichiara il direttore artistico Nicola Sani -, forma espressiva tra le più interessanti del nostro tempo. Arte intermediale per eccellenza, la Sound Art espande i territori della musica, della poesia e delle arti visive verso la definizione di nuovi paesaggi sonori, creando nuovi paradigmi per l’ascolto. Artisti come Bill Fontana, John Cage, Gerhard Rühm, Henri Chopin, Brian Eno, Pauline Oliveros, Bill & Mary Buchen, Nicolas Collins, Vito Acconci, Terry Fox, Harry Bertoia, per citare alcuni tra i più celebri, hanno tracciato percorsi dove l’autonomia dell’evento sonoro si caratterizza come forma espressiva che si apparenta con la musica, la scultura, la land art, la poesia sonora e la videoarte. La radio è sempre stata il media ideale per veicolare questa forma espressiva che si manifesta nello spazio tramite altoparlanti e che utilizza linguaggi intercodice. Proprio all’interno dei principali broadcaster internazionali sono nati i grandi centri di produzione della Sound Art dove sono stati realizzati capolavori assoluti che costituiscono punti di riferimento imprescindibili dell’arte del XX e XXI secolo. Con la collaborazione di inner room e la cura di Federico Fusi, Chigiana Radio Arte rende omaggio a questo importante territorio espressivo, che si interseca direttamente con le forme musicali più avanzate, con un’apposita sezione nella quale oltre all’ascolto dal vivo tramite olofoni in diversi punti della città, la Sound Art si può ascoltare in continuità tramite una web radio espressamente dedicata per tutta la durata del Chigiana International Festival & Summer Academy 2016. L’emittente trasmetterà anche specifici programmi live, in collaborazione col Santa Maria della Scala, con incontri, interviste e dibattiti in diretta sui temi dell’arte visiva e sonora contemporanea. E non solo – conclude Sani -: sempre al Santa Maria della Scala una mostra dedicata alle arti elettroniche presenta per la prima volta a Siena l’incontro tra la Sound Art e le più avanzate forme della nuova comunicazione intermediale, con lavori di artisti internazionali di primo piano.”

“Il rapporto fra universi linguistici differenti – dichiara il direttore del Santa Maria della Scala Daniele Pitteri – costituisce il fil rouge della nostra programmazione. In questo caso il dialogo è doppio: temporale, grazie all’incontro fra arte contemporanea e arte classica, e espressivo, grazie all’incontro fra suono e figuratività. Un’esplorazione, a mio parere, di grande significato, in particolare perché a partire dal XIX secolo il suono ha acquisito una dimensione sempre più importante nelle dinamiche artistiche e nella relazione fra le arti, ma non sufficientemente colta, né a livello teorico, né a livello di percezione del pubblico. Chigiana Radio Art – conclude – costituisce inoltre un ulteriore tassello della nostra attività in linea con gli indirizzi del Consiglio Comunale, perché sancisce una prima forma di collaborazione con un’altra importante istituzione senese e quindi un passo di rilievo per la costruzione di una rete con soggetti locali, nazionali e internazionali che riteniamo fondamentali per il futuro”.

“La recente storia della città di Siena viene letta ed assunta come metafora della dinamica propria delle avanguardie artistiche – dice Federico Fusi di inner room – le quali operano una destrutturazione per una consecutiva ri-strutturazione del linguaggio. cioè della relazionalità. Chigiana Radio Arte in questo senso è una radio da ascolto, che intende anche diffondere la cultura dell’ascolto. Il suono crea lo spazio della radio come se il palinsesto fosse le sale in cui le opere si incontrano nell’aria, come sospese. Tra un’opera e un’altra, poi – conclude Fusi -, sia nella radio che nella mostra c’è lo spazio della memoria del suono che se vogliamo è la distanza che da un’opera lascia annunciarsi l’altra.”

fonte: Vernice Progetti